Negli ultimi anni, è diventata sempre più comune l’adozione di marchi “disemvoweled” (ovvero con le vocali rimosse) da parte delle aziende, soprattutto nel settore tecnologico e della moda. Questa tendenza è nata per cercare di aggirare il problema della crescente difficoltà di registrare nuovi marchi distintivi, a causa dell’aumento del numero di marchi registrati. Inoltre, l’utilizzo di marchi “disemvoweled” è anche in linea con lo stile comunicativo della parte più giovane della clientela. Tuttavia, l’utilizzo di marchi “disemvoweled” non è esente da sfide e rischi.
Il caso Nike e il marchio “SNKRS”
Il primo caso riguarda il marchio “SNKRS” di Nike. Nike ha cercato di registrare il marchio “SNKRS” (sia come parola che in combinazione con il suo iconico swoosh) per una serie di prodotti e servizi relativi a calzature, abbigliamento e sneaker. Tuttavia, l’USPTO (United States Patent and Trademark Office) ha inizialmente rifiutato la registrazione, ritenendo che il marchio fosse meramente generico. Infatti, “SNKRS” è la forma abbreviata di “sneakers”, ovvero il tipo di prodotto offerto da Nike. Nonostante ciò, la Trademark Trial and Appeal Board ha successivamente ribaltato la decisione, riconoscendo che “SNKRS” è un termine descrittivo piuttosto che generico. Grazie all’uso esclusivo e continuativo del marchio da parte di Nike dal 2015, e alla sua associazione con il brand da parte dei media, la Board ha stabilito che “SNKRS” ha acquisito un significato secondario distintivo e può quindi essere registrato come marchio.
Il caso Burberry e il marchio “BRBY”
Un altro caso interessante è quello del marchio “BRBY” registrato da Burberry. Questo marchio, privo di vocali, è stato oggetto di opposizione da parte di Mattel, la società produttrice della famosa bambola Barbie. Mattel ha sostenuto che “BRBY” è foneticamente equivalente a “BARBIE” e che ciò potrebbe indurre i consumatori a percepirlo come un sub-brand o un’estensione del marchio Barbie. Sebbene sembri improbabile che Burberry volesse sfruttare la reputazione di Barbie, la questione è stata sospesa in attesa di negoziati tra le parti.
È certamente fondamentale effettuare un’analisi approfondita prima di procedere con la registrazione di tali marchi, per evitare problemi di genericità, descrittività o somiglianza con altri marchi già esistenti. Una strategia di branding basata sui marchi “disemvoweled” può rivelarsi vincente, ma richiede un’attenta valutazione e una solida strategia di tutela della proprietà industriale. Solo così le aziende potranno sfruttare appieno i vantaggi di questa tendenza emergente.