Rivendere i campioni gratuiti di profumi o di altri prodotti cosmetici senza autorizzazione del titolare di un marchio: un affare non da poco
La Corte di Cassazione francese, con sentenza pubblicata il 6.12.2023, ha rigettato il ricorso contro la precedente decisione in merito all’esaurimento del marchio e alla commercializzazione non autorizzata dal titolare del marchio di prodotti cosmetici, ovvero campioni gratuiti, prodotti con confezioni non integre o mancanti, prodotti usati.
I prodotti a marchio Chanel, ricevuti gratuitamente da una persona fisica da parte di uno dei rivenditori autorizzati, appartenente alla rete di distribuzione selettiva della società Chanel, sono stati in seguito rivenduti da detta persona fisica e commercializzati attraverso i negozi della società Ouest SCS, specializzata nella vendita di oggetti nuovi o usati con il marchio “Easy Cash”.
La società Chanel ha agito per mezzo di un ufficiale giudiziario, sequestrando i prodotti contrassegnati con la dicitura “Vendibili solo presso i rivenditori autorizzati della rete di distribuzione Chanel”, i prodotti con pellicola protettiva mancante o danneggiata, citando in giudizio sia la persona fisica che aveva ottenuto i prodotti dal rivenditore autorizzato, sia la società Ouest SCS. Nello specifico, la persona fisica è stata citata in giudizio per aver venduto i prodotti a marchio Chanel senza autorizzazione, mentre la società Ouest SCS per l’uso illecito del marchio e per la concorrenza sleale.
In merito all’immissione sul mercato dei campioni dei prodotti con la dicitura “non può essere venduto”, la parte soccombente ha provato a instaurare un nesso logico tra l’offerta dei campioni gratuiti da parte del titolare del marchio, o con il suo consenso, e il fatto che tale offerta costituisse un’immissione sul mercato dei prodotti a scopo commerciale e, quindi, non fosse sufficiente per evitare l’esaurimento dei diritti di esclusiva, nonostante la dicitura “non può essere venduto”, che avrebbe una valenza puramente commerciale. In pratica, Ouest SCS ha tentato di convincere la corte che l’offerta gratuita dei campioni a marchio Chanel, da parte del rivenditore autorizzato, implicasse l’esaurimento del diritto di proprietà intellettuale sul marchio Chanel.
La Corte francese ha emesso un giudizio in linea con la giurisprudenza europea, in particolare facendo riferimento alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (CJEU), caso L’Oréal (sentenza del 12 luglio 2011, L’Oréal e altri, C-324/09), in cui la CJEU ha affermato che non costituisce immissione in commercio la fornitura da parte del titolare del marchio, attraverso una rete di distribuzione, di campioni di prodotti destinati alla dimostrazione ai consumatori presso i punti vendita autorizzati. Non costituendo immissione in commercio, quindi, questo tipo di distribuzione esclude l’esaurimento dei diritti sul marchio.
Sempre in tema di esaurimento dei diritti sul marchio, la Corte francese ha indicato che, per quanto riguarda i prodotti cosmetici e i profumi, qualsiasi alterazione del prodotto o della sua confezione è da ritenersi gravemente lesiva dell’immagine di lusso della società Chanel. Chanel è stata quindi considerata legittimata a opporsi alla commercializzazione di prodotti per i quali non è stato dimostrato che non siano mai stati utilizzati prima, ad esempio prodotti con confezioni non integre, con la pellicola protettiva danneggiata o mancante.
Quanto alla concorrenza sleale, la Corte ha evidenziato che i venditori della società Ouest SCS invitavano la propria clientela a provare i prodotti presso un rivenditore autorizzato da Chanel per tornare ad acquistare gli stessi al miglior prezzo presso Ouest SCS , adoperando in tale modo tattiche di concorrenza sleale.
Tutti i motivi del ricorso sono stati rigettati e la società Ouest SCS è stata condannata a risarcire le spese legali per un ammontare di Euro 10.000 alla società Chanel.
Non è stato di particolare rilevanza ai fini del giudizio il fatto che si trattasse di pochi pezzi messi in commercio dalla Ouest SCS (4-5 campioni), dei quali uno non presentava alterazioni nella confezione.
Sentenza: https://www.legifrance.gouv.fr/juri/id/JURITEXT000048550500